La Ciociaria

Guardo i crepuscoli, le mattine su Roma, sulla Ciocaria, sul mondo

Pier Paolo Pasolini

Dove ci troviamo

Colli, un piccolo borgo nel cuore della ciociaria

La carta geografica della Ciociaria è una multiforme e fantasiosa mappa letteraria dai confini vagamente sfumati. Crocevia di popoli che raccoglie l’eredità dei Volsci, degli Ernici e degli Equi, la Ciociaria in senso storico-geografico si estende dai Colli Albani ai Monti Aurunci, dall’Appennino abruzzese al mare.

I nostri terreni si trovano a Colli, piccola frazione adagiata sui “colli” del borgo medievale di Monte San Giovanni Campano (Frosinone), a 450 metri sul livello del mare. La frazione prende il nome dai vari colli che la compongono, su ognuno dei quali trova luogo un agglomerato di abitazioni.

Una storia millenaria

All’inizio del II millennio nella zona di Canneto vi era una comunità monastica, visitata anche da Alessandro III intorno al 1130, che includeva la stessa chiesa, oggi ancora presente, edificata sui resti di costruzioni più antiche. Essa appartenne prima alla Certosa di Trisulti e poi ai conti Lucernari fino a qualche decennio fa.

Lo stesso rudere da cui è partita l’avventura della Cantina Monticiana era utilizzato, fino a qualche decennio, fa come abitazione per i guardiani del Conte dei Lucernari. Ci piace pensare che in questa atmosfera rupestre e piena di vita, i conti della famiglia abbiano riposato all’ombra di un ulivo secolare o assaporato un buon bicchiere di vino, antenato dei nostri “Cesanese” e “Colle di Josa”.

UN CLIMA IDEALE

Il vigneto e l’uliveto della Cantina Monticiana si trovano a ridosso del torrente Amaseno, a pochi chilometri dal punto di confluenza con il fiume Liri, nonché a breve distanza dallo storico confine tra Stato Pontificio e Regno delle due Sicilie.

Grazie al clima caldo e mite del luogo e grazie alla vicinanza del piccolo torrente, che offre un drenaggio naturale del terreno, le viti crescono rigogliose e forniscono un’uva perfetta per i nostri vini. L’ottima esposizione al sole delle nostre piante completa questa equilibrata armonia.

Alcuni chiamano la Ciociaria la nuova Toscana. Qui i venti della Valle del Roveto si intersecano con quelli provenienti dal Parco Nazionale d’Abruzzo (versante laziale); la protezione delle montagne a nord, l’esposizione a sud, l’altitudine, i pendii leggermente ripidi dei campi e i terreni oscillanti fatti di melassi, calcarei e ricchi di tufo contribuiscono a rendere questa zona di vigneti e uliveti un ambiente unico e spettacolare.

LA CIOCIA

La Ciociaria prende il nome da un’antica forma di calzatura molto usata da contadini e pastori in tutto il Lazio meridionale: la ciocia, appunto. Indossata indifferentemente da uomini e donne, la ciocia è composta da un’ampia suola di cuoio con la punta rialzata davanti, mantenuta stretta al piede con stringhe e girata per tredici volte intorno alla gamba. La gamba è tradizionalmente rivestita fino al ginocchio da un pezzo di tela bianca (le cosiddette “pezze”) che avvolge completamente piede, caviglia e polpaccio.

Le origini della ciocia sono antichissime: il termine deriva dal latino soccus o socculus, una forma di sandalo molto diffusa fra i romani, che – in una sua particolare forma – era molto usata da contadini e pastori perché più robusta e più resistente. Infatti, pur essendo flessibili, le ciocie erano ben ancorate alla gamba e si adattavano a tutti i terreni lasciando grande libertà di movimento nel lavoro.